“Huge, grey and
imposing, Ashdown stood on a headland, some twenty yards from the
sheer face of the cliff, where it had stood for more than a hundred
years. All day the gulls wheeled around its spires and tourelles,
keening themselves hoarse. All day and all night, the waves threw
themselves dementedly against their rocky barricade, sending an
endless roar like heavy traffic through the glacial rooms and mazy,
echoing corridors of the old house”.
Ashdown
– la casa del sonno – che appare in cima ad un promontorio che si
affaccia sul mare fa da sfondo a diverse vicende alcune ambientate
tra gli anni 1983-84, altre nelle ultime due settimane di giugno del
1996.
I
personaggi ritornano, si ricordano, si intrecciano in una spirale
senza fine: si lasciano ma non si perdono mai nonostante il passare
degli anni.
Negli
anni '80 Ashdown è uno studentato per universitari e qui si
incontrano Sarah Tudor che scambia i sogni per realtà, Terry Worth,
cinefilo con un bisogno eccessivo di sonno, Veronica la cui forza
esteriore si rivela essere solo uno scudo protettivo, Robert la cui
vita è destinata a cambiare completamente a partire proprio da
questa esperienza e Gregory Dudden cinico e perverso. Durante questi
anni le loro storie prendono vita nella cucina a forma di L di
Ashdown, nelle loro stanze da letto e sopratutto al Café Valladon
dove passano i loro pomeriggi tra studio, tazze di caffé, libri e
sigarette.
A
metà degli anni '90 Ashdown diventa una clinica per i disturbi del
sonno il cui direttore è il Dr Dudden che sperimenta sui pazienti
delle cure da lui ideate. Terry, che da quando ha lasciato Ashdown
negli anni dell'università soffre di insonnia cronica, si fa
ricoverare nella clinica e conosce la Dr Cleo J. Madison con il suo
approccio medico ironico e amichevole. Gli stessi personaggi degli
anni '80 ricompaiono nelle pagine del '96 quando, ormai adulti,
vivono le loro vite.
Il
libro di Coe è capace di infondere una continua tensione nonostante
le vicende umane siano piuttosto comuni: rimaniamo affascinati dai
luoghi e dai personaggi, scorriamo velocemente le pagine per capire
cosa lega i due tempi in cui è diviso il libro. Le atmosfere,
sfumate di grigio, danno una sensazione di inquietudine sottile ma
sempre presente perché tutto nel libro porta il lettore a immergersi
in questo clima freddo e grigio, illuminato solo dai dialoghi alcuni
veramente esilaranti e dalle luci soffuse del Cafè Valladon.
Il
personaggio di Sarah, timido e fugace, mette in moto l'intero
ingranaggio, un deus ex machina, che
mette in relazione le persone e porta a cambiamento ma sopratutto a
trasformazione. E' proprio lei a muovere involontariamente tutte le
pedine nel gioco e se tutto da lei sembra scappare, alla fine tutto
da lei ritorna.
Gli
eventi del '96 trovano la loro spiegazione grazie a quelli degli anni
'80, tutto trova il suo posto nel puzzle e i misteri si svelano e la
trama si svolge e si riavvolge su se stessa come una pellicola di un
film e obbliga il lettore a muoversi ininterrottamente tra passato e
futuro ponendolo in un tempo indeterminato e sospeso.
Il
libro ha una struttura che richiama le fasi del sonno, i capitoli
dispari parlano degli eventi degli anni '80 mentre i pari quelli
degli anni '90, alcuni capitoli finiscono nello stesso modo in cui
altri iniziano, infine vari allegati fanno da appendice al testo:
nonostante questa apparente complessità, la storia prosegue in modo,
se non lineare, chiaro e logico.
Consigliato
a chi vuole immergersi in una realtà fatta della stessa sostanza di
cui sono fatti i sogni.
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