mercoledì 11 luglio 2012

THE HOUSE OF SLEEP - J.COE


Huge, grey and imposing, Ashdown stood on a headland, some twenty yards from the sheer face of the cliff, where it had stood for more than a hundred years. All day the gulls wheeled around its spires and tourelles, keening themselves hoarse. All day and all night, the waves threw themselves dementedly against their rocky barricade, sending an endless roar like heavy traffic through the glacial rooms and mazy, echoing corridors of the old house”.

Ashdown – la casa del sonno – che appare in cima ad un promontorio che si affaccia sul mare fa da sfondo a diverse vicende alcune ambientate tra gli anni 1983-84, altre nelle ultime due settimane di giugno del 1996.

I personaggi ritornano, si ricordano, si intrecciano in una spirale senza fine: si lasciano ma non si perdono mai nonostante il passare degli anni.

Negli anni '80 Ashdown è uno studentato per universitari e qui si incontrano Sarah Tudor che scambia i sogni per realtà, Terry Worth, cinefilo con un bisogno eccessivo di sonno, Veronica la cui forza esteriore si rivela essere solo uno scudo protettivo, Robert la cui vita è destinata a cambiare completamente a partire proprio da questa esperienza e Gregory Dudden cinico e perverso. Durante questi anni le loro storie prendono vita nella cucina a forma di L di Ashdown, nelle loro stanze da letto e sopratutto al Café Valladon dove passano i loro pomeriggi tra studio, tazze di caffé, libri e sigarette.

A metà degli anni '90 Ashdown diventa una clinica per i disturbi del sonno il cui direttore è il Dr Dudden che sperimenta sui pazienti delle cure da lui ideate. Terry, che da quando ha lasciato Ashdown negli anni dell'università soffre di insonnia cronica, si fa ricoverare nella clinica e conosce la Dr Cleo J. Madison con il suo approccio medico ironico e amichevole. Gli stessi personaggi degli anni '80 ricompaiono nelle pagine del '96 quando, ormai adulti, vivono le loro vite.

Il libro di Coe è capace di infondere una continua tensione nonostante le vicende umane siano piuttosto comuni: rimaniamo affascinati dai luoghi e dai personaggi, scorriamo velocemente le pagine per capire cosa lega i due tempi in cui è diviso il libro. Le atmosfere, sfumate di grigio, danno una sensazione di inquietudine sottile ma sempre presente perché tutto nel libro porta il lettore a immergersi in questo clima freddo e grigio, illuminato solo dai dialoghi alcuni veramente esilaranti e dalle luci soffuse del Cafè Valladon.

Il personaggio di Sarah, timido e fugace, mette in moto l'intero ingranaggio, un deus ex machina, che mette in relazione le persone e porta a cambiamento ma sopratutto a trasformazione. E' proprio lei a muovere involontariamente tutte le pedine nel gioco e se tutto da lei sembra scappare, alla fine tutto da lei ritorna.

Gli eventi del '96 trovano la loro spiegazione grazie a quelli degli anni '80, tutto trova il suo posto nel puzzle e i misteri si svelano e la trama si svolge e si riavvolge su se stessa come una pellicola di un film e obbliga il lettore a muoversi ininterrottamente tra passato e futuro ponendolo in un tempo indeterminato e sospeso.

Il libro ha una struttura che richiama le fasi del sonno, i capitoli dispari parlano degli eventi degli anni '80 mentre i pari quelli degli anni '90, alcuni capitoli finiscono nello stesso modo in cui altri iniziano, infine vari allegati fanno da appendice al testo: nonostante questa apparente complessità, la storia prosegue in modo, se non lineare, chiaro e logico.


Consigliato a chi vuole immergersi in una realtà fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.



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