sabato 22 dicembre 2012
DANESI E DANIMARCA
-
adorano il Natale sopra ogni altra cosa e qui ad Aalborg abbiamo le
luci di Natale da ottobre; inoltre la speciale birra di Natale viene
distribuita in tutta la Danimarca il primo venerdì di novembre;
Per ora non mi viene in mente altro. Tra 4 mesi magari potrò dire qualcosa di più. Per tutti quelli che mi chiedono come sono i danesi di carattere, è la stessa cosa che chiedere come sono gli italiani. Ce ne sono di estroversi e di timidi, di belli e di brutti, di simpatici e non. God Jul!
domenica 9 dicembre 2012
MASTER AD AALBORG: CONTROVERSIAL ISSUE
In queste settimane ho ricevuto alcuni messaggi su facebook riguardo al master qui ad Aalborg. Dunque, come già detto, io studio Development and International Relations con specialistica in Latin American Studies. Sono passati ormai quattro mesi da quando sono arrivata e sto cercando di farmi un'idea del metodo di studio danese anche discutendo con i miei compagni.
Alcuni compagni sono un po' delusi dal fatto che le lezioni sembrano dare un'infarinatura su mille teorie, ma, in realtà, non ne spiegano bene neanche una. Infatti ti danno montagne di cose da leggere ed è difficile avere il tempo per leggere tutto anche perché si tratta a volte di teorie molto complesse che richiedono un po' di tempo per essere capite. Poi ci sono altri, come me, che credono che il metodo sia buono perché ti dà sempre la possibilità di concentrarti su ciò che ti piace. Con questo intendo dire che, anche se in dieci lezioni spiegano dieci teorie diverse, alla fine hai un'idea di tutto e puoi scegliere quella che più ti interessa.
Il mio master per esempio è strutturato in 3 corsi da 5 crediti e un progetto da 15 crediti a semestre che mi dà la possibilità di concentrarmi sull'argomento che più mi interessa applicando le teorie che ritengo più consone.
Il metodo usato qui si chiama PBL (se venite qui ne sentirete parlare tantissimo dato che è conosciuto internazionalmente come "The Aalborg Method") ossia problem based learning. Ovvero questo metodo prevede appunto un progetto di gruppo dove è necessario applicare ciò che si studia ad un caso reale. Per esempio con il mio gruppo abbiamo scritto un progetto sull'inclusione delle donne nel mercato del lavoro in Arabia Saudita: ancora adesso mi chiedo come sia arrivata in Medio Oriente dal momento che la mia specialistica è sull'America Latina!
La Aalborg University ha diverse sedi: Esbjerg e a Copenhagen, a secondo dei master. L'Università ha sedi in tutta la città ed è quasi sempre provvista di mense.
Dopo un anno di master, per alcuni è possibile fare un tirocinio o studiare all'estero. Per esempio nel mio caso, avendo scelto questa specialistica, dovrei andare in America Latina oppure lavorare in un'azienda che si occupa di relazioni con questi paesi. Nel caso del tirocinio bisogna scrivere un progetto sul tuo lavoro, in caso di studio basta dare gli esami. Nell'ultimo semestre si scrive la tesi, 6 mesi di tempo e nel mio caso deve essere legata alla mia specialistica.
Se qualcuno è interessato può contattarmi o aggiungere un commento!
Qualche foto della mia università e della library
Alcuni compagni sono un po' delusi dal fatto che le lezioni sembrano dare un'infarinatura su mille teorie, ma, in realtà, non ne spiegano bene neanche una. Infatti ti danno montagne di cose da leggere ed è difficile avere il tempo per leggere tutto anche perché si tratta a volte di teorie molto complesse che richiedono un po' di tempo per essere capite. Poi ci sono altri, come me, che credono che il metodo sia buono perché ti dà sempre la possibilità di concentrarti su ciò che ti piace. Con questo intendo dire che, anche se in dieci lezioni spiegano dieci teorie diverse, alla fine hai un'idea di tutto e puoi scegliere quella che più ti interessa.
Il mio master per esempio è strutturato in 3 corsi da 5 crediti e un progetto da 15 crediti a semestre che mi dà la possibilità di concentrarmi sull'argomento che più mi interessa applicando le teorie che ritengo più consone.
Il metodo usato qui si chiama PBL (se venite qui ne sentirete parlare tantissimo dato che è conosciuto internazionalmente come "The Aalborg Method") ossia problem based learning. Ovvero questo metodo prevede appunto un progetto di gruppo dove è necessario applicare ciò che si studia ad un caso reale. Per esempio con il mio gruppo abbiamo scritto un progetto sull'inclusione delle donne nel mercato del lavoro in Arabia Saudita: ancora adesso mi chiedo come sia arrivata in Medio Oriente dal momento che la mia specialistica è sull'America Latina!
La Aalborg University ha diverse sedi: Esbjerg e a Copenhagen, a secondo dei master. L'Università ha sedi in tutta la città ed è quasi sempre provvista di mense.
Dopo un anno di master, per alcuni è possibile fare un tirocinio o studiare all'estero. Per esempio nel mio caso, avendo scelto questa specialistica, dovrei andare in America Latina oppure lavorare in un'azienda che si occupa di relazioni con questi paesi. Nel caso del tirocinio bisogna scrivere un progetto sul tuo lavoro, in caso di studio basta dare gli esami. Nell'ultimo semestre si scrive la tesi, 6 mesi di tempo e nel mio caso deve essere legata alla mia specialistica.
Se qualcuno è interessato può contattarmi o aggiungere un commento!
Qualche foto della mia università e della library
sabato 10 novembre 2012
GITA A SKAGEN
Il 70% delle conversazioni in questo
posto riguardano: a) il freddo; b) la pioggia; c) gite. Per quanto
riguarda le prime due non c'è niente da discutere ma sembra sia un
modo per rompere il “ghiaccio”, persino con i ragazzi danesi. Per
l'ultimo punto sono fiera di comunicarvi che ho fatto la mia prima
gita a Skagen/Grenen che si trova nella punta nord (che più a nord
non si può) della Danimarca.
Da brava guida turistica sono andata a
leggermi la storia di questo posto e ho scoperto che qui è nata la
cosiddetta “scuola di Skagen”, pittori attratti dalla luce di
questo posto e dal paesaggio selvaggio che si riunirono qui verso la
metà del diciannovesimo secolo per esplorare nuovi modi di
espressione artistica.
(Per chi sia interessato: http://www.youtube.com/watch?v=EPFveUWYL3s)
(Per chi sia interessato: http://www.youtube.com/watch?v=EPFveUWYL3s)
Dunque domenica 4 novembre, zainetto in
spalla, in compagnia di due ragazzi brasiliani, Joao e Andre, due
spagnoli, Alex ed Elisa, e di Nina abbiamo preso un autobus e un
treno (complessivamente 2 ore di viaggio) e siamo arrivati a Skagen
dove abbiamo trovato qualcosa di sensazionale che non avevo mai visto
in Danimarca: la pioggia! Considerando che veniamo tutti da paesi
dove la pioggia è sintomo di brutta giornata, abbiamo aspettato e ci
siamo detti: “tra poco smette!”. Dopo 20 minuti abbiamo deciso
che avremmo camminato fino a Grenen (a tre chilometri) e ci saremmo
comportati da veri danesi, incuranti della pioggia.
Il paesaggio era magnifico, la luce è
veramente particolare e le case, tutte gialle, ci hanno accompagnato
per tutto il cammino fino al faro di Skagen. Dopo questa lunga
camminata ci siamo fermati a mangiare i nostri succulenti panini e
siamo ripartiti verso la spiaggia per arrivare alla punta dove si
incontrano i due mari “Kattegat” e “Skagerrak” (Mare del Nord
e Mar Baltico). Non c'era molta gente (chi l'avrebbe mai detto?) così
abbiamo ampiamente goduto della magia del luogo e ci siamo soffermati
a fissare il mare alla ricerca delle foche.
Siamo poi tornati verso la stazione
chiacchierando sotto la pioggia e abbiamo intrapreso il viaggio di
ritorno. Peccato non aver visto il museo dove sono raccolte le opere
di alcuni pittori, tra cui la famosa Marie Krøyer, ma di sicuro ci
tornerò.
sabato 1 settembre 2012
PRIMA SETTIMANA AD AALBORG
Alla fine della fiera, dopo TOEFL,
applications a varie università, ho deciso di venire a studiare a
Aalborg nel nord della Danimarca. Non importa se nessuno di voi sa
dove sia né la Danimarca né Aalborg, vi posto una cartina per farvi
capire dove sono in questo momento:
Dunque mi trovo nel Nord Jutland con
circa 15 gradi (mi aspettavo molto peggio!).
Tornando indietro a qualche mese fa, ho
scelto di studiare “Development and International Relations” con
una specialistica in “Latin American Studies” ad Aalborg.
Arrivata lunedì 27 agosto posso
raccontarvi un po' di cose, sempre che non siate già annoiati.
Intanto ho fatto scalo a Copenhagen e
da lì sono arrivata direttamente all'aeroporto di Aalborg che è il
più piccolo che abbia mai visto. Da qui una macchina ci ha portato
allo Studenterhuset (Casa dello studente) che è un locale molto
hyggelig dove ci sono i
libri, il bar, le candele sopra i tavoli e i tavolini fuori dal
locale, il biliardo, il calcetto e una sala per ballare. A me piace
molto, contrariamente ad altri colleghi, perché mi ricorda un locale
descritto in un libro che ho letto poco tempo fa quindi mi sembra
veramente magico.
Dopo
che ci hanno dato la borsa dell'università con tutte le informazioni
utili, una macchina mi ha portato nella mia nuova casa e, dopo cinque
minuti di panico perché non sapevo che si usasse un chip per aprire
la porta, mi sono accasciata sul letto.
I
giorni dopo sono stati abbastanza frenetici perché avevamo sempre
qualcosa da fare: trovare le strade (non è semplice come credete),
andare agli incontri sull'università...
Abito
in una “casetta” monolocale di 29 mq ed ho il mio bagno e la mia
cucina però vivo “outside the map” o meglio in the countryside a
6 km dal centro. Quindi ho fatto l'abbonamento mensile all'autobus e
così posso raggiungere qualsiasi posto.
Dunque,
cose interessanti riguardo la mia nuova vita qui (prime impressioni):
- la città è veramente carina e i colori in questo periodo dell'anno sono veramente rilassanti (si spazia dal blu del canale, il verde dei prati e i colori gialli e arancio della countryside dove vivo io).
- Le giornate sono più lunghe che in Italia e alle 9 di sera abbiamo ancora la luce (non durerà per sempre, quindi godiamoci questi ultimi periodi);
- le frikadeller;
- i danesi sempre fuori appena c'è il sole (solo loro possono giocare a pallavolo al parco con 12 gradi e uno sputino di sole).
Che
altro dire?
Spero
non vi siate stufati!
mercoledì 11 luglio 2012
THE HOUSE OF SLEEP - J.COE
“Huge, grey and
imposing, Ashdown stood on a headland, some twenty yards from the
sheer face of the cliff, where it had stood for more than a hundred
years. All day the gulls wheeled around its spires and tourelles,
keening themselves hoarse. All day and all night, the waves threw
themselves dementedly against their rocky barricade, sending an
endless roar like heavy traffic through the glacial rooms and mazy,
echoing corridors of the old house”.
Ashdown
– la casa del sonno – che appare in cima ad un promontorio che si
affaccia sul mare fa da sfondo a diverse vicende alcune ambientate
tra gli anni 1983-84, altre nelle ultime due settimane di giugno del
1996.
I
personaggi ritornano, si ricordano, si intrecciano in una spirale
senza fine: si lasciano ma non si perdono mai nonostante il passare
degli anni.
Negli
anni '80 Ashdown è uno studentato per universitari e qui si
incontrano Sarah Tudor che scambia i sogni per realtà, Terry Worth,
cinefilo con un bisogno eccessivo di sonno, Veronica la cui forza
esteriore si rivela essere solo uno scudo protettivo, Robert la cui
vita è destinata a cambiare completamente a partire proprio da
questa esperienza e Gregory Dudden cinico e perverso. Durante questi
anni le loro storie prendono vita nella cucina a forma di L di
Ashdown, nelle loro stanze da letto e sopratutto al Café Valladon
dove passano i loro pomeriggi tra studio, tazze di caffé, libri e
sigarette.
A
metà degli anni '90 Ashdown diventa una clinica per i disturbi del
sonno il cui direttore è il Dr Dudden che sperimenta sui pazienti
delle cure da lui ideate. Terry, che da quando ha lasciato Ashdown
negli anni dell'università soffre di insonnia cronica, si fa
ricoverare nella clinica e conosce la Dr Cleo J. Madison con il suo
approccio medico ironico e amichevole. Gli stessi personaggi degli
anni '80 ricompaiono nelle pagine del '96 quando, ormai adulti,
vivono le loro vite.
Il
libro di Coe è capace di infondere una continua tensione nonostante
le vicende umane siano piuttosto comuni: rimaniamo affascinati dai
luoghi e dai personaggi, scorriamo velocemente le pagine per capire
cosa lega i due tempi in cui è diviso il libro. Le atmosfere,
sfumate di grigio, danno una sensazione di inquietudine sottile ma
sempre presente perché tutto nel libro porta il lettore a immergersi
in questo clima freddo e grigio, illuminato solo dai dialoghi alcuni
veramente esilaranti e dalle luci soffuse del Cafè Valladon.
Il
personaggio di Sarah, timido e fugace, mette in moto l'intero
ingranaggio, un deus ex machina, che
mette in relazione le persone e porta a cambiamento ma sopratutto a
trasformazione. E' proprio lei a muovere involontariamente tutte le
pedine nel gioco e se tutto da lei sembra scappare, alla fine tutto
da lei ritorna.
Gli
eventi del '96 trovano la loro spiegazione grazie a quelli degli anni
'80, tutto trova il suo posto nel puzzle e i misteri si svelano e la
trama si svolge e si riavvolge su se stessa come una pellicola di un
film e obbliga il lettore a muoversi ininterrottamente tra passato e
futuro ponendolo in un tempo indeterminato e sospeso.
Il
libro ha una struttura che richiama le fasi del sonno, i capitoli
dispari parlano degli eventi degli anni '80 mentre i pari quelli
degli anni '90, alcuni capitoli finiscono nello stesso modo in cui
altri iniziano, infine vari allegati fanno da appendice al testo:
nonostante questa apparente complessità, la storia prosegue in modo,
se non lineare, chiaro e logico.
Consigliato
a chi vuole immergersi in una realtà fatta della stessa sostanza di
cui sono fatti i sogni.
giovedì 5 luglio 2012
TOEFL o IELTS?
Le
università estere con master in inglese hanno una serie di
“requirements”, chi più chi meno, ogni università vuole
verificare se “sei in grado” di frequentare i corsi.
Uno
di questi è sempre
il certificato di inglese, cosa che fa impazzire tutti quanti, me
compresa.
Dunque
le università accettano vari tipi di certificati tra cui IELTS,
TOEFL, CAMBRIDGE, CAE and so on. Prima di spiegare gli unici due che
ho sperimentato, vorrei comunque consigliarvi di prendere contatto
con l'università se già avete certificati di inglese di altro tipo
o se avete frequentato una facoltà di lingue o in lingua dove avete
studiato inglese, magari funziona o forse no ma è sempre meglio
provare. Inoltre i vari Admission Office sono sempre cordiali nel
rispondervi, non abbiate timore a scrivere e a “rompere le palle”
(ma seriamente) perché non sono come in Italia (spesso le nostre
segreterie ti ridono addosso, ti prendono per stupido e ti guardano
come un ignorante).
Prima
di iniziare a spiegare le due certificazioni vi consiglio di prendere
i libri scritti apposta per passare questi tipi di esami, servono
sopratutto se non siete abituati a questa tipologia di test e vi
insegnano un po' come affrontarli e poi... un po' di esercizio in più
non fa mai male!
IELTS
Inizialmente
avevo deciso di fare questo esame perché pensavo che sarei andata a
studiare in Inghilterra dove preferiscono questo tipo di test dato
che la certificazione è inglese. La difficoltà stava nel trovare
una buona data e una città possibilmente vicina in cui farlo,
purtroppo il destino ha voluto che facessi l'esame (appena tornata da
Copenhagen) a Bologna e ciò non è stata una grande idea. Dunque
l'esame si svolge in hotel o luoghi predisposti per questi tipi di
test, si fa tutti insieme (noi eravamo circa un centinaio) in una
stanza. L'esame è diviso in quattro sezioni e le spiegherò una a
una:
Listening
E'
un po' scioccante iniziare subito con questa sezione, sopratutto per
chi come me non ha una buona capacità di ascolto. In ogni caso
vengono fatte ascoltare vari recordings e gli esercizi spaziano dalle
domande a risposta multipla, inserire parole negli spazi vuoti e così
via.
NB:
le quattro sezioni del listening non vengono mai fatte riascoltare ma
tra una e l'altra ci sono alcuni secondi che possono essere
utilizzati o per correggere le cose che si sono scritte
nell'esercizio prima o vedere cosa si richiede nell'esercizio dopo.
Reading
Questa
è sempre stata la mia parte preferita. Dunque vengono dati tre testi
da leggere e sui quali bisogna poi rispondere alle domande a risposta
multipla oppure mettere true, false, not given o altri tipi di
esercizi simili. I testi non sono complicati ma le domande sono un
po' intricate, quindi attenzione!
Writing
Vi
viene dato un disegno che può essere uno schema (io avevo disegnato
tutto il processo di un composter) o un grafico e vi viene chiesto di
descriverlo con un certo numero di parole (ovviamente starà a voi
contare se avete scritto abbastanza parole, va bene se ne scrivete
di più di quelle richieste ma se ne scrivete meno rischiate che vi
tolgano dei punti).
Nella
seconda parte vi viene dato un argomento e voi dovete utilizzare un
certo numero di parole per spiegare il vostro punto di vista (cosa
che non si può fare nell' essay precedente) e dire tutto ciò che
sapete. A me era capitato un essay su come sta cambiando il design
dei vari edifici di una città: beh... qualcosa sono riuscita a
inventare!
Speaking
Finita
la stressante mattinata, si ha il tempo per mangiare e poi verso le 3
iniziano gli orali con esaminatori madrelingua. Inizialmente vi viene
chiesto nome e cognome e poi inizia una specie di dialogo in cui, a
quanto ricordo, mi hanno chiesto qual è il mio colore preferito e
perché, se mi piace fare sport, se penso che fare sport possa
aiutare a migliorare la salute delle persone e se fossi anziano che
cosa farei. Insomma diciamo che pensavo fosse molto peggio! Inoltre
vi registrano, quindi non prendete paura se iniziano a trafficare con
un registratore, ciò succede semplicemente perché le cose
interessanti che direte verranno ascoltate anche in Inghilterra!
Dunque
il voto che arriva è in noni (../9). Se avete preso da 6,5 in poi
siete abbastanza tranquilli perché, da quel che ricordo, molte
università accettano il 6,5 anche alcune (olandesi, inglesi
sopratutto) spesso hanno requirements più alti.
Vantaggi
dell'IELTS:
- è inglese, molto affidabile per le università in Gran Bretagna;
- lo speaking prevede un vero dialogo con qualcuno e puoi prenderti più tempo;
- una volta fatto richiesta per inviare l'IELTS a qualche università, quasi di sicuro arriva entro poche settimane.
Svantaggi
dell'IELTS:
- il listening si fa in un'aula con altri 100 studenti: se soffrite di ansia, non fatelo. Vedrete gli altri scrivere a manetta o li sentirete fare rumori e questo porta molti a sconcentrarsi;
- La prima prova è un po' scioccante perché se vi va male il listening rischiate di deprimervi per l'intera prova;
- per fare lo speaking dovete aspettare il pomeriggio, abbastanza snervante;
- spesso si ha difficoltà a trovare un centro che faccia test vicino a casa.
TOEFL ibt
Non
contenta della mia performance nell'IELTS mi sono fiondata a comprare
un libro per superare il TOEFL e qui finalmente ho trovato un manuale
che soddisfaceva le mie attese. Se dovete comprarlo, cercate il libro
della Barrons che ha 8 test sul computer ed è utilissimo perché il
test è proprio così.
Innanzitutto
siete solo voi e un computer, non è un esame di gruppo ma un test
dove avete la possibilità di concentrarvi quasi al massimo. L'unico
disturbo potrebbe provenire dalle altre persone nelle postazioni che
stanno facendo il test: il vostro vicino potrebbe essere allo
speaking e voi al listening e quindi potreste sentire qualche parola.
Il
test è costruito così:
Reading
Sempre
le solite letture con solo domande a risposta multipla. A
volte ci sono esercizi dove ti chiedono quella parola in quel dato
contesto che cosa significa per esempio. (NB tra le quattro
possibilità scegliete quella che si avvicina di più alla traduzione
e non considerate il contesto, poi vedete voi!)
Listening
Dunque
ci sono 5 listening: due conversazioni su argomento universitario
(studente che parla con il professore riguardo un esame, la
biblioteca...) e 3 lezioni universitarie su svariati argomenti
(biologia, economia, botanica...). Durante l'ascolto potrete prendere
appunti e alla fine di ognuno dovrete rispondere a delle domande a
risposta multipla. Questa è stata la parte più complicata perché
non ero molto abituata ad ascoltare una lezione in inglese però
qualcosa si riesce sempre a capire e per certe risposte sono andata
un po' a naso.
Dieci
minuti di pausa.
Speaking
Durante
questa sezione vi viene chiesto di parlare di un familiar topic (tipo
consiglia ad un amico un animale da comprare), di una campus
situation (tipo preferisci un esame scritto o un esame orale? A quel
punto non state lì a pensarci, decidete quale tesi sostenere e
spiegate il motivo), di academic course content in cui vi fanno
ascoltare delle lezioni e voi dovete riassumerle o cercare di
spiegare qualcosa relativo all'ascolto. Non c'è tanto tempo per
pensare, solo 15-30 secondi, in compenso dovete parlare a ruota
libera per 45 secondi. Se posso dare consigli usate espressioni come
Well,
I mean..., if I would choose a.... Cercate
di mostrare la vostra abilità nel parlare e mi raccomando evitate le
pause, piuttosto è meglio dire: mmm,
how can I explain...
Writing
Questa
è la mia parte preferita: scrivere. Dunque inizialmente c'è il
writing based on reading and listening, qui leggete un piccolo testo
e ascoltate il listening riguardo allo stesso argomento (a me erano
capitate le strategie per risolvere il problema della
deforestazione). Ultimo e molto importante è il writing based on
knowledge and experience dove vi viene proposto un argomento e voi
dovete parlare di quello, dando anche le vostre opinioni (cosa che
non si può fare nel writing precedente). Il mio argomento era: i
leader nascono leader e non si può imparare ad essere un leader.
Magari sembra difficile come argomento, in realtà potete parlare di
ciò che volete come dei leader politici oppure della vostra
esperienza: qualcosa da scrivere si trova sempre.
Dunque
il voto è in 120esimi ma se siete sopra il 90 tutto va bene. Il voto
vi viene comunicato circa due settimane dopo sul sito del TOEFL.
Vantaggi
del TOEFL:
- l'ambiente in cui sono andata a fare il test era molto meno formale ed eravamo solo in 7 a fare l'esame;
- è americano e quindi affidabile (tranne per la Gran Bretagna che a quanto pare non si fida degli USA);
- sei solo te e il computer, nessuno ti sconcentra;
- in 4 ore è finito;
- il listening è utile perché sono proprio delle lezioni universitarie;
- il writing è interessante e il computer ti conteggia le parole, cosa che fa risparmiare molto tempo.
Svantaggi
del TOEFL:
- lo speaking è un po' adrenalinico perché si ha poco tempo per pensare e guardare il cronometro che vi dice quanti secondi potete ancora pensare non aiuta;
- i test ci mettono un'eternità ad arrivare, a quanto pare devi rompere le palle e a quel punto ci mettono solo due settimane (avevo mandato un test in Danimarca a febbraio e a maggio non era ancora arrivato, così ho scritto un'email minacciosa e in due settimane è arrivato).
Detto questo scegliete
voi il migliore. Io mi sono trovata meglio con il TOEFL ma tante
persone mi hanno detto che l'IELTS è più affidabile. C'è comunque da dire
che, se non siete molto esperti in inglese, c'è la possibilità di
seguire il corso organizzato proprio da queste istituzioni che vi
preparano per il superamento dei test.
Infine, aggiungo che
il costo per fare il test è uguale sia per il TOEFL sia per l'IELTS:
190 euro circa.
A questo punto a voi
la scelta e in bocca al lupo per il test!
mercoledì 4 luglio 2012
MASTER ALL'ESTERO? WHY NOT!
Nel
periodo in cui stavo per laurearmi ero circondata da ex-studenti che
mi dicevano sempre la stessa cosa: “Non ti laureare! Non farlo!
Guarda che poi devi trovarti qualcosa da fare!”. Forse me lo
avevano detto tardi, infatti avevo già consegnato la tesi in
segreteria, e poi non avevo proprio voglia di rimanere ancora in
quell'Università.
Ho
studiato tre anni Economia Aziendale a Udine, un percorso scelto un
po' a caso ma che alla fine si è rivelato essere una strada
abbastanza soddisfacente. Nell'ultimo periodo però mi ero resa conto
che ciò che volevo fare veramente nella vita era tutt'altro. Il mio
professore di Economia Ambientale mi aveva detto che, se volevo
proseguire con gli studi relativi all'ambiente, potevo anche andare a
studiare all'estero. ESTERO?? Ma si può? Dunque a 22 anni mi sono
resa conto che non serviva fare la quinquennale per andare
all'estero, bastava una triennale, e sopratutto che potevo fare un
master che equivaleva alla laurea specialistica in Italia.
Voi
potrete dire: che scoperta! Per me posso dire che lo è stata. Così
a novembre 2011 mi sono messa a fare mille ricerche e, anche se a
volte ero presa dallo sconforto, mai una volta ho messo in dubbio la
mia decisione: sarei andata all'estero a fare un master. Era bello
dirlo in giro ma non sapevo neanche cosa fosse un master. In più
all'Università non facevano altro che dirci: “Ragazzi, andate
all'estero! Dovete fare esperienze...”. D'accordo, bellissima idea,
ma cosa vuol dire? Nessuno dava agli studenti la possibilità di
essere informati, la maggior parte di noi non sapeva niente di ciò
che avveniva all'estero, sembrava sempre di parlare dell'ignoto.
Alcune volte certi studenti tornavano dall'Erasmus ma, oltre ad
essere veramente pochi, non sapevamo neanche chi fossero i coraggiosi
esploratori della nostra classe di oltre 200 persone.
Finalmente
al terzo anno ho avuto modo di conoscere meglio una mia compagna di
facoltà che era appena tornata dal suo Erasmus a Copenhagen e,
nonostante le sue difficoltà iniziali (tipo chiudersi in camera per
non parlare inglese) poi tutto si era risolto e aveva vissuto
un'ottima esperienza. Poi un altro ragazzo mi aveva raccontato che
era stato nella stessa università della mia amica (la Copenhagen
Business School) a fare il master e così le mie conoscenze
iniziarono improvvisamente ad allargarsi. Innanzitutto i master che
abbiamo noi in Italia sono completamente diversi da quelli
all'estero: in Italia sono più che altro dei corsi che possono
durare anche 3 mesi in cui ti rilasciano un certificato. All'estero
il sistema scolastico è diviso così:
- BACHELOR DEGREE (3 – 4 anni);
- MASTER (1 – 2 anni);
- PHD (3 – 4 anni).
Dunque,
cercando di spiegarmi meglio, il “Bachelor degree” corrisponde
alla nostra triennale ma può avere una durata diversa. In paesi come
la Gran Bretagna e l'Olanda il bachelor dura quattro anni, mentre il
master (specialistica) consiste in un solo anno di studi. Invece
paesi come la Danimarca e la Svezia funzionano esattamente come
l'Italia (forse meglio, ma questo non lo diciamo). Infine dopo il
PHD, che corrisponde al nostro dottorato di ricerca, diventi
finalmente “Dottore”, una bella differenza rispetto all'Italia.
Dunque
quando ho deciso di fare il master non ero per niente conscia delle
cose che avrei dovuto fare e preparare ma intanto la decisione era
stata presa. Così nei mesi seguenti alla mia laurea non ho fatto
altro che consultare siti di università, mandare e mail a persone
sconosciute dai nomi improbabili e studiare inglese perché c'era una
sola cosa che avevo chiara in testa: senza un test di inglese non
avrei fatto nessun master all'estero.
Dal
momento che non ho avuto molte guide e che reperire le informazioni è
stata una delle attività più complicate di questo processo,
condividerò con chi leggerà questo blog la mia conoscenza e, nella
speranza di esservi utile, vi auguro buona lettura e buona fortuna
per i vostri studi!
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